LA SPELEOLOGIA A BRESCIA PRIMA DEL ‘900
(a cura di Giampietro Marchesi – A.S.B. – S.S.I.)
Il 3 novembre 1529, due soldati tedeschi arrivati in Franciacorta da Chiari, dove erano accampati, vennero assaliti, feriti e buttati sul fondo della “Lacha dl monte de Cologne” da alcuni popolani del luogo inferociti per le angherie subite.
I malcapitati furono tratti dalla grotta, ancora vivi, dopo aver passato diversi giorni sul fondo, il 21 novembre del 1529, da alcuni cacciatori di Erbusco. Questo è quanto si racconta nella “Cronica di avvenimenti succedutisi in Franciacorta fra il 1499 e il 1539”, di tale Branchini de Paratico Brixiensis, manoscritto conservato presso la Biblioteca Queriniana di Brescia, che rappresenta il primo riferimento documentato di una cavità della provincia di Brescia (l’attuale Laca de Montorfen 29 Lo del Catasto speleologico).
Altre notizie inerenti le grotte risalgono alla metà del 1600, quando padre Francesco Lana Terzi, scienziato bresciano, che si interessò di aerostatica, di cristallografia e di storia naturale, visitando una grotta presso la cima del Monte Maddalena e, avendovi notato la presenza di acqua sotto forma di stillicidio, ipotizzò uno scorrimento idrico sotterraneo collegato alle sorgenti di Mompiano e di S. Eufemia (PILATI, 1769).
Verso la metà dell’800 l’abate Antonio Stoppani, con Giuseppe Ragazzoni, farmacista bresciano, noto per i suoi saggi geologici sul nostro territorio, visitò e condusse ricerche paleontologiche nella grotta di Levrange (Büs del Romet, 15 Lo) in Val Sabbia.
Nel lavoro successivamente pubblicato per la prima volta appare il rilievo di una grotta bresciana (STOPPANI, 1858).
A parte queste sporadiche testimonianze in cui alcune grotte vengono quasi casualmente prese in considerazione bisogna attendere fino al 12 ottobre del 1899, data della costituzione, in Brescia, del Circolo Speleologico Bresciano “La Maddalena” per avere una data ufficiale dell’inizio dell’attività speleologica organizzata nel territorio bresciano.