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I PRIMI ANNI DEL 1900: Il Circolo Speleologico Bresciano “La Maddalena”

(a cura di Giampietro Marchesi – A.S.B. – S.S.I.)

Il 12 ottobre del 1899, in Brescia, viene costituito il Circolo Speleologico Bresciano “La Maddalena”; l’articolo 2 dello statuto così recitava:

Il Circolo  ha per  iscopo  di far conoscere sotto ogni aspetto le  caverne,  le grotte,  gli antri,  i baratri, i corsi d’acqua, le sorgenti ed i laghi sotterranei, con speciale riguardo alla regione  bresciana del gruppo montuoso della Maddalena“.

Il gruppo raccolse alla sua costituzione le adesioni di 52 soci, fra i quali, oltre al Sindaco Cav. Fisogni, si potevano notare alcuni nobili, esponenti dell’industria e della cultura dell’epoca; pochi in verità i senza titolo che però erano anche gli unici con esperienze precedenti e che in seguito furono i veri e più attivi speleologi. Le prime esplorazioni ufficiali vennero guidate dal Presidente Gian Battista Cacciamali, allievo di Ragazzoni e noto studioso di geologia, che da tempo si era occupato anche di fenomeni carsici (CACCIAMALI, 1889, 1892, 1897). Furono effettuate due discese nel Büs de le Boche (44 Lo) e individuate ed esplorate numerose altre grotte sul monte Maddalena e nei dintorni della città (CACCIAMALI, 1900, 1901a, 1901b).  I risultati ottenuti e le osservazioni effettuate nelle uscite sul terreno furono raccolti in una nota preliminare che il Cacciamali presentò all’Ateneo di Brescia il 15 maggio 1902 e che venne pubblicata sui Commentari dell’Ateneo stesso (CACCIAMALI, 1902).

Le attività del Circolo proseguirono fino al 1906, data dell’ultima assemblea; la breve vita del gruppo è  da mettere in relazione alla delusione per la modestia dei fenomeni da loro trovati, alle difficoltà incontrate nel raggiungere gli obiettivi idrogeologici che la maggior parte degli esponenti del gruppo avrebbe voluto raggiungere.
Infatti, le autorità dell’epoca avevano in parte finanziato le ricerche allo scopo di reperire nuove fonti idropotabili, ma i risultati ottenuti erano molto lontani dai fiumi, torrenti e laghi ipotizzati e sognati.
Alla  breve, ma significativa, esperienza del Circolo  “La Maddalena” seguì una pausa fino all’inizio degli anni Venti, momento in cui, finita da poco la prima guerra mondiale, che aveva portato all’Italia territori carsici importantissimi come quelli in cui si trovano le grotte di Postumia e San Canziano, le grotte ricominciarono a destare notevole interesse.

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